Poi fa i complimenti all'Anas: «Eseguiti lavori di elevata qualità»
L'ingresso sud della Menaggio-Pastura, rivestito in pietra, ha strappato i complimenti del sindaco. Il tunnel è quasi pronto: «Aprirà entro l'estate» foto Selva
MENAGGIO È in dirittura d'arrivo il tunnel Menaggio-Pastura, secondo lotto della variante di Menaggio. Mancano solo gli ultimi dettagli e dal sindaco del paese, Alberto Bobba, che nei giorni scorsi è stato invitato a percorrere interamente, arriva la conferma di un'inaugurazione ormai prossima: «L'opera è praticamente terminata ed entro l'estate verrà aperta al transito. Per la viabilità è un ulteriore passo avanti, per Menaggio l'occasione per dribblare del tutto il traffico intenso e caotico e diventare un paese più tranquillo e più vivibile. Ciò che più colpisce l'occhio è l'estrema cura con cui sono stati eseguiti i lavori fin nei minimi dettagli: non sono un esperto del settore, ma basta dare un'occhiata alla scogliera realizzata all'imbocco sud per coprire la rete i tubi di raccolta delle acque di scolo, portate lontano dal nostro impianto di captazione idrica, per farsi un'idea della qualità dell'intervento». Per una volta, dunque, da parte degli enti locali all'indirizzo dell'Anas (nella foto, il capo compartimento della Lombardia, Eutimio Mucilli) non volano lamentele e proteste ma complimenti. L'intervento era stato affidato alla ditta appaltatrice, la Todini, nel giugno 2002: per scavare e rifinire 1.800 metri di roccia sotto il monte Crocetta era stato fissato un importo di circa 40 milioni di euro e come termine il dicembre 2007. I tempi sono stati rispettati quasi alla lettera: per un'opera pubblica di tali proporzioni è quasi un miracolo, soprattutto alla luce del confronto con la variante Cremia-Dongo, che ha richiesto 21 anni per essere percorribile, o quella di Valsolda, che a diciotto anni dall'inizio dei lavori ne richiede altri due, salvo ovviamente ulteriori intoppi, per essere conclusa. Eppure gli scavi della Menaggio-Pastura hanno conosciuto ostacoli seri: le vibrazioni hanno provocato crepe in più abitazioni di Casate e Sonenga, i nuclei abitati più a rischio anche per l'incombente pericolo rappresentato dal precario equilibrio della riccia del soprastante monte Crocetta: un apposito comitato civico ha seguito da vicino l'avanzamento delle operazioni pretendendo le massime garanzie e, grazie all'impiego ridotto di mine e all'uso di macchinari alternativi, le operazioni hanno potuto procedere senza intoppi e senza nemmeno che i tempi si allungassero. Il secondo lotto della variante menaggina si è tuttavia lasciato dietro un morto, Gianpietro Fioletti, operaio bresciano di 55 anni rimasto schiacciato, nel maggio scorso, fra una parete del tunnel e un gigantesco escavatore. «Siamo rimasti tutti attoniti - confessa Bobba - . Le operazioni volgevano già verso la fine e ormai prevaleva la soddisfazione per aver superato senza particolari problemi, con gli scavi, il non facile tratto sotto gli abitati di Sonenga e Casate. Quel dramma di cantiere, purtroppo, pesa come un macigno».