Lasciato Menaggio, la strada Regina si inoltra nell'Alto Lago. Il primo paese che si inconta è Sant'Abbondio (nome del vescovo di Como che più d'altri contribuì alla diffusione del cristianesimo sul lago). Il toponimo non identifica uno specifico abitato, ma un insieme comunale, di cui Acquaseria è l'insediamento più importante. Fino ai primi decenni di questo secolo, Sant'Abbondio dipendeva dalla parrocchia e dal comune confinante di Santa Maria Rezzonico, formato dalle due principali frazioni omonime.
Situata lungo la strada Regina, Santa Maria, a sua volta, prende nome dall'omonima chiesa, che qui venne costruita dai domenicani fra il 1464 e il 1474. La facciata è ornata da un portale in marmo dei primi del Cinquecento e da un altorilievo coevo, collocato alla base del pilastro di sinistra della facciata. L'interno, ad un'unica navata, è arricchito da bellissimi affreschi e tele dei sec. XVI-XVII.
Nei pressi della chiesa, di fronte al cimitero, si possono vedere i resti murari di una fortezza tardo-romana (sec. VI d. C.). il cui perimetro originario doveva essere di grandi dimensioni, come attestato sia dalla presenza dei ruderi di una torre - detta il "Castelasc" - posta sopra l'imbocco meridionale della galleria stradale del Castellaccio, sia dal ritrovamento a lago, sotto il livello delle acque, di altre mura, entrambi risalenti alla stessa epoca tardo-imperiale.
Sempre dal piazzale della chiesa di S. Maria, una strada conduce alle frazioni a monte, caratterizzate da alcune tipologie rurali molto suggestive. Fra queste nicordiamo La Torre (da cui furono originari i nobili Della Torre), Gallio (probabile luogo natio della famiglia del cardinale Tolomeo Gallio) e S.Martino (chiesa omonima, sec.XVII).
A Rezzonico, grazioso abitato a lago, l'elemento caratterizzante è la grigia mole del Castello (non visitabile). Costruito nel 1363 dai Della Torre - potentati locali, dai quali un ramo famigliare, stabilitosi a Venezia, discese anche papa Clemente XIII (1758-1769) - il Castello costituisce un esempio di "castello recinto", con torre al centro e mura menate a difesa delle abitazioni del borgo. Sul lianco meridionale del Castello sorge la chiesetta seicentesca dei Tre Magi, il cui nome rimanda ad una "statio" del leggendario corteo che da Costantinopoli trasportò a Colonia, al tempo dell'imperatore Barbarossa, le spoglie dei Re Magi.
Proseguendo lungo la strada Regina, si entra nel territorio comunale di Cremia, formato dalle consuete numerose frazioni. A lago, si trova quella di San Vito, che prende nome dall'omonima chiesa. Della primitiva costruzione romanica rimangono solo il piccolo campanile (sec. XI) e una parete con archetti pensili e lesene. Fra Cinque e Seicento fu aggiunto un secondo e più massiccio campanile. Al suo interno sono conservate tele e affreschi del sec. XVI. Sempre a San Vito, allacciata sul lago, si trova inoltre una vecchia filanda ottocentesca, caratterizzata da un'alta ciminiera.
Salendo alle frazioni a monte, una deviazione porta a Colceno, dove, poco oltre il ponte sul torrente Quarandella, lungo quello che probabilmente doveva essere il tracciato dell'antica via Regina, si trova sul lato sinistro della strada, nei pressi del cartello che segnala il territorio di Pianello del Lario, la curiosa iscrizione su pietra, con la data 1607, delimitante il territorio di Cremia da quello stesso e Pianello.
Più a monte, un'altra breve deviazione conduce a Motto, suggestivo abitato rurale, oggi in parte distrutto. A Vignola (sede municipale) sorge la parrocchiale di S. Michele (sec. XVI), che racchiude al suo interno un pregevole polittico del Bergognone (1451 - 1522) e una tela ralligurante l'arcangelo Michele e Lucifero, attribuita da molti a Paolo Veronese (1528 - 1588).
Da Vignola si prosegue per Samaino (chiesa di S. Giovanni Battista sec. XVII) e da qui, ancora per qualche chilometro, fino al termine della strada. Poco sopra raggiungibile a piedi (m. 1100, h. 0,30), si trova la semplice chiesetta in pietra di S. Domenico, in bella posizione panoramica.
Confinante con Cremia è, come detto, il comune di Pianello del Lario. Nella frazione Calozzo, a lago, si trova l'importante chiesa di S. Martino (sec. XV), preceduta da un bel portico settecentesco. Al suo interno, vi sono conservati pregevoli affreschi (1640-41), opera del maestro campionese Isidoro Bianchi e una piccola vetrata rinascimentale raffigurante S. Martino.
Poco oltre, lungo la strada Regina, sorge il Museo della Barca Lariana (tel. 0344-87294). Allestito nei locali di una vecchia filanda, il Museo presenta oltre 150 esemplari di imbarcazioni a remi, motore e vela. Tra le frazioni a monte di Pianello del Lario, interessanti, oltre che per la loro posizione panoramica, anche per l'architettura rurale di alcune abitazioni, vi sono Tre Terre e Sant'Anna (chiesa omonima, sec. XVII).
Situato in una piccola insenatura, con un bel porticciolo dalle basse case a portico, Musso è località nota fin dall'epoca romana per le sue cave di marmo e, successivamente, per le gesta del "Medeghino". Lungo la strada statale sorge la parrocchiale di S. Biagio, ricostruzione cinquecentesca di una precedente chiesa tardo-romanica, di cui oggi è rimasta solo l'abside e un fonte battesimale del sec. XI.
Situate in bella posizione panoramica sono le frazioni a monte di Musso (Genico, Campagnano e Croda), da cui è possibile accedere ai resti murari del leggendario Castello del Medeghino. Superato lo sperone roccioso di Musso, si entra nel comune di Dongo.
Disteso nelta piana alluvio-nale del torrente Albano, Dongo, già importante sede pievana, è oggi conosciuto più che altro per il drammatico epilogo della guerra di liberazione. Nelle sue vicinanze, infatti, il 27 aprile 1945 venne fermato il convoglio tedesco che trasportava Mussolini, Claretta Petacci ed alti gerarchi fascisti. Questi ultimi furono fucilati il giorno seguente, sulla piazza antistante il molo del paese.
Dongo è comunque conosciuto anche per le sue antiche ferriere, oggi trasformate in moderne acciaierie. La tradizione estrattiva e lavorativa del minerale ferroso, proveniente dalla Valle Albano, risale al sec. XV Il. Il centro storico si sviluppa attorno al neoclassico Palazzo Manzi (sede municipale), al cui interno vi sono pregevoli saloni in stile, tra cui il "Salone d'Oro". Da qui, seguendo la via G.B.Scalini si arriva in pochi minuti alla chiesa romanica di S. Maria in Martinico, nel cui interno sono conservati lacerti di affreschi quattrocenteschi.
Lungo la strada Regina, appena oltre il moderno ponte sull'Albano, sorge il santuario della Madonna delle Lacrime (sec. XVI-XVIl) e, subito dopo, la chiesa parrocchiale di S. Stefano (sec. XVII). Prima del ponte, svoltando a sinistra, si arriva alla frazione Barbignano, da cui è possibile proseguire, seguendo via ai Monti, per l'oratorio di S. Gottardo (sec. XVII).
Tra le altre frazioni di Dongo, ricordiamo Mossanzonico (raggiungibile per una deviazione a destra dalla strada che sale a Garzeno), dove si trova la chiesa di S. Lorenzo (lacerti di affreschi del sec. XV e belle statue lignee in stile secentesco).